Perché in campagna e nei parchi fa più fresco?
La differenza di temperatura tra campagna e città è dovuta al differente contesto paesaggistico e dalle diverse combinazioni architettoniche e urbanistiche presenti nelle città.
Quando il meteo è calmo e soleggiato, la temperatura dell’aria nelle città può essere superiore da 3 fino a 7 °C rispetto alla campagna circostante, specie di notte. Il Professor Renato Bruni dell’Università degli Studi di Parma, spiega, in questo dossier tematico, da cosa deriva, come si sviluppa e come può essere contrastato il cosiddetto fenomeno “isola di calore”.
Un evento, patrocinato da Arpae, Comune di Parma, Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma e Associazione Medici per l’Ambiente-ISDE Parma, accreditato per i Crediti Formativi dagli Ordini degli Agronomi-Forestali, Architetti Parma e Ingegneri Parma.
Un programma concepito in tre parti: – 1. relazioni di contesto – 2. presentazione nuovo PUG di Parma – 3. interventi dei partecipanti-dibattito, al fine di coinvolgere tutte le componenti sociali: tecnici, professionisti, stakeholder, terzo settore e pubblico interessato.
Il gruppo esperto Crisi Climatica del Centro Etica Ambientale di Parma tiene sotto osservazione l’andamento climatico locale e in questo comunicato presenta gli estremi del clima dell’anno appena concluso sulla base dell’informazione selezionata da Paolo Fantini, membro del CEA e attuale responsabile dello storico Osservatorio Meteorologico dell’Università di Parma.
A Parma il 2022 è stato l’anno più caldo in assoluto. Per la prima volta dal 1878, anno d’inizio delle misure, la temperatura media annuale ha superato la soglia dei 16 gradi balzando a 16.5 °C.
Nella città di Parma, negli ultimi sette giorni dell’anno, vale a dire da Natale a San Silvestro compresi, la temperatura minima non è scesa sotto gli 8.0 °C un valore che storicamente si registra nella seconda metà di novembre, un valore che supera di quasi sette gradi la temperatura minima calcolata sul trentennio di riferimento 1991-2020 che per gli stessi sette giorni di fine anno risulta pari a 1.2 °C.
Il Professor Renato Bruni dell’Università degli Studi di Parma, ci spiega come le superfici urbane e periurbane siano sempre meno permeabili a causa della contrazione delle aree verdi. In una zona priva di alberi circa il 60% della pioggia scorre sulle superfici generando runoff (tradotto col termine ruscellamento, identifica il flusso dell’acqua piovana che si accumula e scorre dilavando il suolo urbano), solo il 25% della pioggia torna in atmosfera in forma di vapore; in spazi dotati di verde il 40% dell’acqua viene evapotraspirata dalle foglie e il 50% viene trattenuto dal suolo.
Il riscaldamento globale con l’innalzamento delle temperature crea problemi di siccità in molte aree già poco ricche di acqua. L’Italia è il terzo consumatore di acqua potabile al mondo dopo Stati Uniti e Canada con consumi pro-capite giornalieri di 220 litri, ma il rischio di carenza idrica non dipende certamente dai consumi o perché ci sia una scarsità di piogge, ma perché mancano sistemi di raccolta adeguati o perché almeno il 40% dell’acqua viene dispersa a causa delle tubazioni rotte con conseguenti perdite generate.
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